Ogni tragedia pare avere i propri “sciacalli”. Sembra infatti che, dalle analisi in monitoraggio continuo di questi giorni ed ore, siano state rinvenute altre sostanze lungo il corso del fiume (1.2 dicloroetano' o cloruro di etilene sostanze disinfettanti, solventi di lavanderie…) conseguenti ad altri sversamenti, che hanno obbligato la Protezione Civile a chiudere gli acquedotti del delta, come quello di Porto Tolle, per sicurezza.
Si tenga conto che il 1.2 dicloroetano' o cloruro di etilene è un composto cancerogeno, molto infiammabile, nocivo ed irritante per le vie respiratorie. Il suo principale utilizzo è come intermedio nella sintesi del cloruro di vinile, a sua volta precursore del PVC (il polivinilcloruro, che è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo), ma è anche usato come agente sgrassante e diluente per vernici.
“Il danno alle popolazioni deltizie, alle attività produttive e alla natura rischia così di essere veramente grave e inaccettabile” – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia –. “Chiediamo che tutte le istituzioni preposte sul territorio e in particolare Regioni e Province, avviino controlli urgenti su tutte le possibili situazioni a ‘rischio scarico’ lungo il Lambro, il Po e i suoi principali rami per bloccare o individuare i “furbi” che stanno approfittandosi della situazione.
A fronte di questa ulteriore emergenza risulta ancora una volta di più la necessità di una gestione coordinata ed integrata a livello di bacino idrografico come previsto dalle Direttive Quadro acque (2000/60/CE) e “rischio alluvionale” (2007/60/CE) e per questo il WWF rinnova la richiesta al Ministro dell’Ambiente di procedere velocemente alla definizione e istituzione dei distretti di bacino idrografico e di richiedere adeguate risorse affinché sia possibile riavviare un’azione ordinaria e coordinata di pianificazione e gestione nei nostri fiumi.
Solo in questo modo sarà possibile mettere in cantiere 3 azioni urgenti per i fiumi:
- realizzare un “catasto degli scarichi” complessivo e aggiornato del bacino del Po;
- individuare le “attività a rischio” nelle “aree a rischio idrogeologico e/o di esondazione” lungo i nostri fiumi;
- provvedere alla loro urgente delocalizzazione o messa in sicurezza.
1 Marzo 2010 - Scrivi un commento