Quei pochi soldi, moltiplicati per un discreto numero di contenitori, diventavano belle sommette ed erano un valido incentivo a portare indietro i vuoti – ai tempi soprattutto in vetro – che venivano così riutilizzati, riutilizzati, e riutilizzati.
Ma vennero gli anni '60 del miracolo economico, e poi i '70. Nelle case degli italiani era tutto un fiorire di elettrodomestici, televisioni, lavatrici, lavastoviglie e macchine in garage. Le casalinghe allegre spazzavano sotto il tappeto gli ultimi residui di povertà. I vuoti a rendere divennero improvvisamente sinonimo di miseria e in quanto tali oggetto di estrema vergogna. Dimostrare al mondo il proprio raggiunto benessere era decisamente più importante che raggranellare quattro spiccioli restituendo bottiglie, figurarsi poi che prendersi cura dell'ambiente.
Fu così che il vuoto a rendere andò progressivamente scomparendo – aiutato nel suo declino anche dall'introduzione di materiali alternativi per i contenitori, come i PET o il tetrapak – e venne infine abolito.
Nel disegno si promuove un ritorno volontario al vuoto a rendere attraverso la creazione di vere e proprie filiere di recupero degli imballaggi e sistemi di cauzione moderni, incentivando l'intera catena di soggetti aderenti, dal produttore, al distributore, all'esercente, attraverso sgravi fiscali sulla Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e dilazioni di pagamento dell'IVA.
I benefici del progetto sono stati sottoposti ad uno studio accurato presso i ricercatori dell'Università Ca Foscari di Venezia che hanno confrontato i normali metodi di riciclaggio con il nuovo sistema. Secondo i principali indicatori di impatto ambientale (consumo energetico, emissioni di co2) creare una filiera apposita per il riuso dei contenitori risulta vantaggioso già dai due o tre riutilizzi – si consideri che una bottiglia in vetro può essere riutilizzata fino a 50 volte – mentre non sembra che il metodo comporti necessariamente un maggiore utilizzo di acqua, nonostante i lavaggi.
Ma il sistema dei vuoti a rendere ha anche altri vantaggi. Tutti abbiamo presente le immagini della movida notturna nelle maggiori città italiane. Intere piazze sommerse da distese di bottiglie vuote, vetri rotti che possono diventare armi in mano e violenti e pericolosi ostacoli per chi cammina, soprattutto se ha bevuto un po' troppo. E poi abitanti infuriati e cestini strapieni.
Col vuoto a rendere scenari del genere, probabilmente, sparirebbero. La prospettiva di una bevuta gratis porterebbe quasi tutti a restituire le proprie bottiglie, e i pochi vuoti dimenticati per terra sarebbero preda di qualche poveraccio in cerca di spiccioli.
In molti stati europei già si utilizza questo metodo, dalla Germania all'Inghilterra, dall'Olanda alla Finlandia: tutti paesi dal senso civico molto sviluppato. Anche negli Stati Uniti sono ben 12 gli stati che l'hanno adottato. Adesso tocca a noi decidere se compiere il passo. Un passo indietro di quarant'anni, ma anche un gran bel passo in avanti.
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