“Cacca” di elefante, la nuova carta in commercio

Nel 1997 è nata in Sri Lanka una società che, con lo scopo di tutelare gli elefanti dalla lotta che li oppone all’uomo, ha deciso di produrre carta dallo sterco del pachiderma. Un affare che accontenta un po’ tutti, dai contadini pagati per la cacca raccolta, che nel frattempo vengono ricompensati dei danni che gli elefanti arrecano all’agricoltura, agli stessi pachidermi a cui viene assicurata la sopravvivenza.

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di Salvina Elisa Cutuli

elefanti carta sri lanka
Nel 1997 è nata in Sri Lanka una società che, con lo scopo di tutelare gli elefanti dalla lotta che li oppone all’uomo, ha deciso di produrre carta dallo sterco del pachiderma
Ebbene si, avete letto bene. È in arrivo una nuova carta realizzata in “cacca” di elefante. Sembra quasi un paradosso. In un mondo in cui ogni giorno ci giungono scoperte scientifiche, tecnologiche e innovative, non ci saremmo mai aspettati una notizia del genere. In realtà questa scoperta, già in atto da qualche anno, innovativa lo è davvero, così come anche inaspettata.

Una delle prime domande che può venire in mente è “ma come è possibile?”. Approfondendo l’argomento si scopre che è molto più semplice e meno ripugnante di quanto si possa immaginare. L’elefante mangia di continuo rami, foglie e sterpaglie ed ha una digestione velocissima. Praticamente compie solo la prima fase di sbriciolamento delle fibre. Il suo sterco assomiglia ad un gomitolo di rametti di paglia impastata e non puzza perché non ha il tempo di fermentare nella pancia dell’animale.

Gli escrementi raccolti, in un secondo momento, vengono bolliti per un giorno intero, poi disinfettati con un’alga naturale, e infine sottoposti a colorazione con gli stessi pigmenti che vengono utilizzati dall’industria alimentare. Il prodotto finale viene ritenuto igienico con tanto di certificato dall’Istituto nazionale della Ricerca Scientifica di Ceylon.

Come dicevo si tratta di una “industria” attiva già da qualche anno nello Sri Lanka, dove l’azienda locale “Maximus” (il nome è derivato dal nome zoologico dell'Elefante dello Sri Lanka - Elephus Maximus Maximus) realizza la carta dalle fibre della cacca di elefante, con cui poi si producono oggetti di cartotecnica di pregio. Quaderni, album, rubriche, scatole per matite, fogli cartonati, buste, biglietti di invito, addirittura cornici dal design accattivante.

sterco elefante carta
Lo sterco dell'elefante assomiglia ad un gomitolo di rametti di paglia impastata e non puzza perché non ha il tempo di fermentare nella pancia dell’animale
Quindi se fino a qualche tempo fa gli elefanti della zona erano visti come una minaccia da parte degli abitanti dello Sri Lanka adesso invece, la società “Maximus” paga ai contadini la cacca raccolta e la trasforma in prodotti per la cancelleria e oggetti regalo aggiungendo il 25% di carta riciclata. L'elefante ha poco spazio in Sri Lanka. La maggior parte delle aree protette abitate dagli elefanti sono piccole, meno di 1.000 kmq, mentre questi animali, possono spostarsi per centinaia di chilometri nel corso di una stagione. Il loro appetito è enorme per tale motivo non possono vivere laddove l'agricoltura è la forma dominante di utilizzo del suolo, a meno che il danno che causano ai contadini venga ricompensato.

In Italia i prodotti della società “Maximus” giungono grazie alla Cooperativa Onlus Vagamondi di Formigine, in provincia di Modena, che dal 2003 ha all’attivo un progetto di sostegno proprio in Sri Lanka. La stessa cooperativa poi si preoccupa di distribuire presso le botteghe del commercio eco e solidale questi prodotti. Una ditta del Trentino che fa maglioni in Cashmere la utilizza per i cartellini con le etichette. Stessa scelta anche da parte di una cooperativa di Arezzo che utilizza questa “carta” per i propri biglietti di auguri.

L’azienda “Maximus” che ha cominciato, nel 1997, appena con sette dipendenti producendo carta in un piccolo stabilimento, si rese subito conto della ricchezza che costituivano gli elefanti, una cartiera che produceva tutto il giorno senza costi di manutenzione.

carta cacca elefante
Quaderni, album, rubriche, scatole per matite, fogli cartonati, buste, biglietti di invito sono alcuni prodotti realizzati con la cacca di elefante
Venne quindi inventato e depositato il logo ''Elephant Dung Paper'', la carta di cacca di elefante. Il fatturato cominciò presto ad aumentare e la sede venne trasferita in una nuova e più adeguata location, mentre la fabbrica esistente a Kegalle si è allargata per far fronte alla crescente produzione. Attualmente la società ha trentacinque impiegati tra le due sedi.

Il successo di questa società non è stato solo economico; lottando per la tutela dell’elefante, che spesso vive situazioni tragiche a causa della lotta con l’uomo, la “Maximus” ha sviluppato delle strategie che hanno permesso un miglioramento della situazione socio economica in cui vivono le persone nelle aree rurali, ha salvato molti elefanti – più di 4.000 esemplari sono stati vittime del conflitto con l’uomo – e in tutti questi anni ha evitato che fossero abbattuti milioni di alberi che sono stati “degnamente” sostituiti nel processo di realizzazione della carta.

12 Novembre 2009 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
14/11/09 09:43, tatjana ha scritto:
Idee ecologiche come questa e straordinaria.Anche io faccio la carta da i fogli di publicita,o qualsiasi carta.Facio buste inviti in tutti colori,cartoline con cuori tagliati da i giornali...
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