Ebbene sì, dopo due lunghi mesi di siccità, le autorità cinesi hanno deciso di intervenire. Affidarsi ad una danza propiziatoria sarebbe stato troppo "rischioso" e così i metereologi, qualche giorno fa, hanno preferito passare alle maniere forti “bombardando” le nuvole con agenti chimici capaci di indurle a produrre pioggia.
Qualcosa, però, non è andato come previsto: i manipolatori del clima non avevano fatto i conti con il forte freddo che ha trasformato la pioggia in tanti candidi fiocchi di neve. Le strade di Pechino, del tutto impreparate alla nevicata, sono quindi rimaste paralizzate per diverse ore.
Al di là dell’imprevisto pare proprio che la realtà abbia superato la fantasia… ancora una volta.
Già in passato, infatti, la Cina aveva prodotto artificialmente la pioggia per contrastare la siccità e, viceversa, aveva limitato le precipitazioni per far sì che un limpido cielo facesse da sfondo ad eventi importanti (come è avvenuto ad ottobre durante la parata della festa nazionale e nel 2008 in occasione delle Olimpiadi).
Ad aprire la strada alla manipolazione del clima sembra sia stato Albert Stiger, viticoltore e sindaco della città austriaca di Windisch-Feistritz, che nel 1896 mise a punto un esemplare di cannone antigrandine.
Tale processo è divenuto nel tempo assai diffuso: si pensi che ad utilizzare questa tecnica sono oggi oltre 40 Paesi per un consumo mondiale annuo di circa 50 tonnellate di sali d’argento. Nel frattempo, però, cresce anche l’allarme per la possibile pericolosità di queste sostanze per la salute umana.
I principali Paesi interessati alla modificazione del clima sono l’Israele, che tenta di sfruttare ogni possibile risorsa idrica per il irrigare il proprio suolo estremamente arido, e gli Stati Uniti. Gli USA, infatti, da una parte vedono nella pioggia artificiale una possibile soluzione ai problemi delle zone più aride dell’Ovest, dall’altra nutrono l’ambizione di poter controllare i tornado e gli uragani che con la loro forza dirompente tormentano il Paese.
Tuttavia, negli ultimi tempi ad aver compiuto i progressi più rilevanti nel campo della manipolazione climatica è proprio la Cina che può contare su un esercito di oltre 35mila tecnici (impiegati presso il Dipartimento per la modifica del clima) ed un budget di 500 milioni negli ultimi cinque anni.
Grandi risorse, quindi, impiegate in una colossale impresa, quella di controllare il sole e la pioggia, la grandine e la neve… in altre parole cambiare il clima.
Un’impresa da dio, o forse da uomo. Quello stesso uomo che, per incoscienza o credendosi onnipotente, con il clima “gioca” ormai da tempo…
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