Ad oggi - secondo il Global Footprint Network, si impiegano meno di 10 mesi per consumare il quantitativo di risorse che la natura genera in 12 mesi. La sfida è ridurre questo sovraconsumo e garantire il benessere dell’uomo ma in un modo che non dipenda dalla distruzione delle risorse e dall’accumulo di CO2.
Il WWF, nel giorno dell’Overshoot, propone 12 mosse sulla scacchiera del traffico automobilistico privato per ridurre, nell’immediato futuro, del 25/30% le emissioni di CO2 in atmosfera, contribuendo in modo sostanziale e concreto alla lotta ai cambiamenti climatici in atto.
Il WWF Italia, nell’ambito della campagna Generazione Clima e con la collaborazione del Gruppo Allianz, ha realizzato il dossier Potenziale delle misure di riduzione del gas-serra nel sistema de trasporti italiano, calcolando per la prima volta la quantità di CO2 che verrebbe abbattuta per ciascuno degli interventi proposti per ridurre l’impatto del traffico privato su gomma. Elaborato per il WWF dalla società di ricerca Polinomia, il Dossier è stato inviato ai Ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture e dell’Ambiente.
Il nuovo studio dimostra che è praticabile e realistica l’inversione di tendenza al continuo aumento delle emissioni di CO2 del settore dei trasporti nel nostro paese, che oggi rappresentano una quota pari al 28% del totale delle emissioni di gas serra (133 milioni di tonnellate/anno), a cui contribuisce in maniera determinante il trasporto su gomma (con 123 mln di t/a, pari al 92% delle emissioni del comparto dei trasporti).
Ma le azioni praticabili e immediatamente attuabili ci sono e il WWF Italia suggerisce alle Istituzioni la linea di intervento in 12 punti, da perseguire subito:
Misure tecnologiche
Consistono in modifiche dei motori e/o delle dimensioni dei veicoli (downsizing delle autovetture circolanti), anche con l’obiettivo di una maggiore coerenza fra le loro prestazioni e le condizioni d’uso reali.
1. Auto più piccole = – 1,5 mln di t/a di CO2
Riorientare gradualmente il mercato verso veicoli di medio-piccola cilindrata (implicito nel target europeo di auto che emettano 140 g di CO2/vkm), che presentano consumi energetici unitari e quindi minori coefficienti di emissione di Co2
2. Auto ibride = – 2,4 mln di t/a di CO2
Adottare misure di sostegno mirate per i veicoli ibridi, che tengano conto più che le prestazioni teoriche dei veicoli, le performance effettivamente conseguite in contesti d’uso reale.
Misure che includono il sostegno attivo alla mobilità non motorizzata (pedoni e ciclisti), una complessiva ristrutturazione del sistema di trasporto pubblico (da potenziare e rendere più aderente alle esigenze di mobilità dei cittadini), l’introduzione di incentivi per il trasferimento modale delle merci (da strada a ferrovia e navigazione marittima) e lo sviluppo di servizi di city logistik, l’introduzione di limiti di velocità più stringenti in autostrada, ma anche potenziamenti mirati della rete stradale, rivolti soprattutto a ridurre la congestione dei grandi nodi metropolitani;
3. Più spostamenti in bicicletta = – 2,7 mln di t/a di CO2
Oltre metà degli spostamenti della popolazione residente nel Nord Italia (la parte più dinamica del nostro Paese) si sviluppa entro i 10 km. Se solo il 30% di tale componente fosse messa nella condizione di scegliere la bicicletta si otterrebbe un – 2,7 mln di t/a di CO2 su scala nazionale.
4. Più viaggi in treno, bus e tram = – 2,4/3,5 mln di t/a di CO2
Migliorare l’offerta di trasporto pubblico attraverso l’integrazione delle reti, degli orari, delle tariffe che consentano un trasferimento dall’auto alla ferrovia del 10% della mobilità al 2020, con un risparmio delle emissioni dell’ordine di 2,4 – 3,5 mln di t/a;
5. Più trasporti in nave = – 300 mila/900 mila t/a di CO2
Favorire il trasferimento modale del trasporti delle merci, che ha subito un forte incremento legato alla globalizzazione dei mercati, puntando con maggiore decisione sulla navigazione marittima, con un potenziale risparmio di 300 mila/900 mila t/a di CO2;
6. Rete stradale intelligente = – 90 mln di t/a di CO2
Potenziare la rete stradale tenendo contro del rapporto tra la localizzazione funzionale delle singole attività economiche e civili (centri commerciali, zone artigianali, industriali ecc.) e le esigenze di mobilità, ottenendo così un risparmio di 90 mln di t/a e comunque un incremento non superiore ai 30 mln di t/a;
7. Chi va piano… va lontano = – 1 mln di t/a di CO2
Adottare una riduzione dei limiti di velocità in autostrada in modo da contenere i consumi energetici, l’inquinamento atmosferico e l’incidentalità, nell’ambito di politiche che puntino alla gestione e alla riorganizzazione della rete autostradale e stradale esistente piuttosto che alla costruzione di nuove autostrade, passando dal limite di velocità 130 km/h a 110 km/h. misura che produrrebbe un risparmio di CO2 di 1 mln di t/a;
8. City logistik = – 1,5 mln di t/a di CO2
Sostenere politiche innovative per la riorganizzazione della distribuzione delle merci su scala urbana migliorando l’efficienza, anche energetica, del sistema dei trasporti, e perseguendo l’innalzamento del coefficiente medio di carico dei veicoli industriali del 3% in modo da ottenere su scala nazionale un risparmio di CO2 di 1,5 mln di t/a
Sono le misure sviluppate nel campo della tariffazione del trasporto stradale (ad esempio mediante premi assicurativi pagati a chilometro percorso anziché a forfait), dell’ottimizzazione dei flussi di merci (limitando gli spostamenti “inutili”) e coordinando gli investimenti infrastrutturali alle trasformazioni urbane, anche mediante “patti territoriali” collegati alla realizzazione e/o alla gestione di opere ferroviarie od autostradali.
9. La tariffa assicurativa equa: pay-as-you-drive (PAYD) = – 3,7 mln di t/a di CO2
Si basa sull’effettivo uso dell’auto e comporta una tariffa marginale decrescente parametrata, ad esempio, ai km percorsi;
10. Green jobs: gli esperti in mobilità efficiente = – 3,2 mln di t/a di CO2
Favorire gli operatori che agiscono nel settore della logistica multimodale integrata (MTO = Multimodal Transport Operator) che sappiano realizzare sistemi più efficienti nell’ottimizzazione dei flussi di trasporto e di individuazione dei siti più idonei di stoccaggio delle merci, con un occhio al risparmio energetico, portando su scala nazionale ad una riduzione del 5% delle distanze medie percorse.
11. Coordinamento tra trasporti e usi del suolo = – 4 mln di t/a di CO2
Introdurre criteri selettivi e/o incentivi che consentano di realizzare espansioni urbane solo nelle aree dove si sviluppi anche la rete di trasporto pubblico.
12. Patti territoriali di accompagnamento a grandi infrastrutture = – 1 mln di t/a di CO2
Definire Patti territoriali con cittadini ed enti locali che consentano di realizzare infrastrutture funzionali a soddisfare una mobilità locale extraurbana e abbiano effetti benefici sulla riqualificazione, sul riordino e sul riuso urbano, con l’obiettivo di intercettare il 5% del volume di traffico suburbano.
Si ricorda che in 16 anni (dal 1990 al 2006) le emissioni nel settore dei trasporti sono aumentate del 28,1% e se non ci saranno inversioni di tendenza, all’orizzonte del 2020 si potrebbe arrivare ad un apporto di CO2 per questo settore di 180-190 milioni di t/a, con uno scarto del 75-80% rispetto al target di Kyoto. La qual cosa confermerebbe i primato negativo dell’Italia rispetto ai Paesi europei più avanzati: il nostro paese con il suo aumento del 28 viene prima della Francia (+17% ) del regno Unito (+ 15%), della Svezia (+ 9%, e della Germania (-2%).
NOTA BENE: Il dossier è stato elaborato dalla società di ricerca Polinomia di Milano e realizzato con la collaborazione del Gruppo Allianz, partner della campagna WWF “Generazione Clima”. Si rende noto che il dossier è stato realizzato grazie anche ad elaborazioni originali derivanti dal modello multimodale di trasporto nazionale (Re.Na.TA. – "Rete Nazionale Trasporti e Ambiente"). Lo studio intitolato “il potenziale delle misure di riduzione dei gas serra nel sistema di trasporto italiano” ricostruisce il quadro complessivo delle emissioni di CO2 generate dal traffico stradale, ferroviario, aereo e navale a livello italiano, e sviluppa un primo scenario finalizzato alla loro riduzione.
24 Settembre 2009 - Scrivi un commento