Mi è venuto in mente quando ho scoperto di essere sempre stato, senza esserne consapevole, un “decrescitazionista”, sia come privato cittadino sia come autore.
Per esempio ai tempi in cui scrissi la canzone M’ILLUMINO DI MENO, sigla ufficiale dell’edizione 2007 della FESTA DEL RISPARMIO ENERGETICO indetta dal popolare programma radiofonico di RAI2 CATERPILAR, e invitavo il pubblico a risparmiare energia, in pratica invitavo a praticare in concreto “decrescita” economica, nel nome di una crescita del livello qualitativo del nostro "vivere" sul pianeta terra.
Quando con la canzone LA BICICLETTA, e relativa campagna mediatica, all'inizio del 2009 invitavo la gente a preferire la bici all’automobile, quello che suggerivo era di mettere in pratica una concreta decrescita, e per di più in un momento in cui tutti i telegiornali invece invitavano il pubblico a risollevare l’economia dando grande spazio agli incentivi del governo in favore dell'industria automobilistica.
Insomma, questo interessamento a un’idea di “decrescita” è un qualcosa che era iniziato già lungo tempo, da sempre direi, solo che non ne ero pienamente consapevole. Quando ho scoperto che c’era tutta una teoria anche scientifica e un grande movimento di pensiero (oltre che e di persone) legato a questo tema ho pensato opportuno di dare il mio contributo alla divulgazione di queste idee e di dedicare all’argomento una canzone specifica, e così è nata VIVA LA DECRESCITA!
Nella tua canzone canti la decrescita felice e affermi che chi è ricco “quasi quasi ti fa pena”.. Al di là dell’ironia ci credi davvero? Credi davvero che la felicità sia nella riscoperta di valori diversi?
Assolutamente sì. Un luogo comune vecchio come il mondo recita che “i soldi non danno la felicità” e credo che questa sia un certezza davvero molto facilmente dimostrabile.
D’altronde non mi sognerei mai di affermare che la miseria o la povertà siano la chiave della felicità, anzi, sono ben consapevole del fatto che difficoltà economiche serie siano alla base di parecchio del dolore che rende amara la vita a parecchie persone, e in questi tempi di crisi non solo in Africa o in altre zone "sottosviluppate", ma anche dalle nostre parti.
Ma quello che bisogna scardinare è l’idea che ha guidato lo sviluppo del mondo occidentale e industrializzato fino ad oggi, ossia che la crescita a tutti i costi del PIL e del livello dei consumi sia alla base della “felicità” della popolazione. Questa “idea di fondo” è un inganno bello e buono spacciato dalle “corpotation” e da chi sta in cima alla piramide sociale con il solo scopo di continuare ad accumulare capitali e ricchezza, lasciando a chi sta in fondo alla piramide stessa la magra consolazione degli effimeri "piaceri" offerti dalla “civiltà dei consumi”.
E’ ora che la gente capisca che la felicità sta altrove: nella qualità della vita, negli affetti, nel godersi un ambiente “pulito”, nel consegnare un pianeta vivibile ai propri figli, e non certo nei giocattolihi-tech o nella “roba” in genere.
Sono un maniaco della bicicletta per esempio, e se contassero su di me l’industria automobilistica e quella petrolchimica non farebbero molta strada ;)
Ma più in generale, non sono mai stato attratto dalle sirene del consumismo. Come dicevo, sono sempre stato un “decrescitazionista” senza neanche saperlo.
Nel tuo pezzo inviti a cambiare stili di vita e modelli di spesa. Secondo te gli italiani sono pronti a muoversi in queste direzioni?
In questi tempi di “crisi” economica e di scandali legati all’ambiente sta sicuramente crescendo un certo tipo di sensibilità. Molti stanno sperimentando nuove pratiche di consumo “critico”, di risparmio energetico, di “filiera corta” e autoproduzione, si torna all’acqua del rubinetto, si tira fuori la bici dai garage, e tutta una serie di altre cose che fino a qualche anno fa sarebbero apparse improponibili.
Ma c’è ancora moltissimo da fare, e chissà poi che questo nuovo e apprezzabile atteggiamento resista ad una eventuale "ripresa" nel momento in cui la “crisi” dovesse rientrare.
Insomma, le sirene del consumismo hanno mostrato il loro vero volto e le loro autentiche finalità, ma sapremo resistere al loro canto quando e se torneranno a cantare?
Cita per i lettori di Terranauta la frase della canzone che senti più tua…
E’ difficile rispondere, perché tutto il testo è davvero molto sentito. Se proprio devo sceglierne una...scelgo: “Ho una gran voglia di ridere e cantare una canzone che fa: evviva la decrescita”
Quali canzoni del tuo repertorio passato in qualche modo rientrano in questo filone?
Molte. Alcune magari solo di sponda, altre in maniera più pertinente. Comunque citerei, in ordine cronologico: Grande Minaccia, La Logica Del Profitto, Er Traffico De Roma, M’Illumino Di Meno, La Bicicletta, e poi naturalmente Viva La Decrescita!
Qual è la cosa che più ti angoscia del mondo attuale e quale quella che più ti affascina?
Penso che siamo di fronte a un bivio davvero epocale. Il mondo dei nostri giorni, con i suoi pregi e difetti, con la sua cultura, la sua tecnologia, e con i mezzi che ha disposizione, ha ancora la possibilità di scegliere tra una società “perfetta” (da costruire sul lungo tempo magari) e l’autodistruzione (cosa molto più rapida da ottenersi). La cosa che mi affascina e mi angoscia allo stesso tempo, e che credo affascinerebbe anche un qualsiasi osservatore esterno tipo extra-terrestre, è sapere che strada sceglierà l’umanità.
Ma non credo proprio che la nostra generazione avrà il privilegio di togliersi questa curiosità, e se la strada che imboccheremo sarà la seconda (l’autodistruzione), allora il non poter essere presenti...si trasforma in una speranza...ah ah ah :D
Dove si può ascoltare la tua canzone?
Si può ascoltare e scaricare VIVA LA DECRESCITA visitando il mio sito all’indirizzo www.myspace.com/adrianobono. Da qui si accede al mio blog sul quale si può trovare anche il testo integrale della canzone e parecchie altre informazioni sulla canzone e sul tema della DECRESCITA in genere.
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